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Rheingold: “Google Glass: verso la realtà multistrato”

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Howard Rheingold, 65 anni, è uno dei maggiori sociologi di Internet viventi. Docente di nuovi media alla Stanford University e a Berkeley, ha inventato tra l’altro, in passato, il concetto di “comunità virtuali”. Il suo ultimo libro, “Perché la Rete ci rende intelligenti”, è appena stato pubblicato in Italia da Cortina.

I Google Glass saranno un successo? «Sì, credo proprio che questo tipo di tecnologia diventerà popolare e che Google stia aprendo una strada in cui finiranno per competere anche altri soggetti, come Apple e Samsung».

Perché? «Perché i glass rappresentano un cambiamento di paradigma molto significativo nell’amplificare la capacità degli individui di accedere alla conoscenza in ogni momento e in ogni luogo, visualizzando informazioni di ogni tipo sul posto in cui ci troviamo, sulle sue potenzialità per noi, sulla sua storia e molto altro ancora. Ci daranno la possibilità di effettuare ricerche su qualsiasi argomento con un tocco delle dita e un comando vocale; e ci permetteranno di catturare immagini e video ovunque e in qualsiasi momento».

Con quali effetti sociali? «Molte di queste funzionalità sono certamente destinate a modificare le nostre relazioni, con potenzialità anche conflittuali. La maggior parte delle persone nel mondo, ad esempio, si sono abituate a vedere gli altri che tirano fuori i loro cellulari per scattare foto o registrare video. Ora invece qualsiasi estraneo nelle tue vicinanze potrà riprendere immagini (e magari inviare sulla Rete in streaming il video) senza il tuo consenso. E potrà farlo in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo. È molto diverso. Ma più in generale, i Glass rappresenteranno un cambiamento del nostro rapporto con la realtà».

Vale a dire? «Con l’arrivo sugli occhiali della Rete e di applicazioni come i motori di ricerca, Wikipedia e YouTube, la nostra realtà diventerà multistrato: uno fisico e uno digitale. E la nostra conoscenza sarà sempre più reticolare».

Lati negativi? «Arriveranno di sicuro le applicazioni di riconoscimento facciale che ci permetteranno di avere subito informazioni su chi incontriamo. Magari ci eviteranno brutte figure, ma questa funzionalità potrà essere utilizzata anche come strumento di sorveglianza di massa, sia da parte dello Stato sia da parte di imprese commerciali».

Fonte: L’Espresso

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